Tempi bui

L’Italia ed il mondo intero hanno attraversato tempi davvero terribili: guerre, crisi economiche e socio-politiche si sono avvicendate nel difficile percorso della storia.

Ma in questo preciso momento bisogna sottolineare che c’è altro, qualcosa che si percepisce come strisciante e pericoloso. Ricorre una violenza verbale nei rapporti e nello scambio quotidiani che denota mancanza di rispetto e dosi di arroganza mai viste prima.

A tutti i livelli. Nel traffico, durante le file al supermercato, in ospedale e, a maggior ragione, tali comportamenti si ripropongono in modo prepotente quando si cerca un confronto su economia e politica.

Non c’è rispetto verso l’avversario, spesso le argomentazioni sono pregiudizievoli, si finisce per offendere a priori ed a cercare il pretesto per provocare. Manca l’eleganza. E forse anche la conoscenza.

Sì, perché senza approfondire non si hanno argomentazioni e questo favorisce lo scherno e l’ingiuria che suppliscono all’ignoranza.

Inoltre si fa fatica a fare sintesi, erroneamente pensando che la verità sia solo da una parte, sempre e comunque. E non si tratta di faziosità, che mi appartiene e che ritengo virtuosa, ma di incapacità nel fare proprie istanze diverse. Vi è la totale incapacità di rielaborare. Di venirsi incontro o comunque, almeno, di ascoltare prima di emettere un giudizio.

Vi è un approccio manicheo nel dividere le persone in amici e nemici. Tutto è scolpito in categorie immutabili. Intendiamoci: a livello valoriale ed etico questo è doveroso, a mio avviso, ma in caso di confronto su singole situazioni lo trovo deleterio.

Criticare a priori è deleterio. Non accettare quello che di buono viene dall’avversario è deleterio.

La divisione netta su singoli eventi evidenzia posizioni di chiusura senza giustificazione.

Sono barricate inutili che dovrebbero essere riservate ai principi assoluti che ciascuno ha scelto come linee guida per la propria esistenza.

E qui non è possibile imporre nulla a nessuno. Mi riferisco ai temi di coscienza o che attengono alla spiritualità individuale. Alla propria Etica o Fede.

A tali confini bisogna fermarsi, che non vuol dire comunque non discuterne pur nei convincimenti irremovibili. E qui si parla di garantire l’altrui Libertà: un esempio su tutti, il testamento biologico.

Invece noto che, non soltanto si vuole imporre agli altri il proprio modo di vivere, ma che lo si fa con grettezza e supponenza.

La violenza verbale, psicologica e fisica parte tutta da qui. Non è lo stesso per quella sulle donne?

O fai come dico io o ti sottometto e nella peggiore delle ipotesi ti elimino.

Ecco. La parola di oggi è eliminare.

Non deve esistere l’avversario politico, non deve esistere il dibattito, non deve esistere il “diverso” da noi, non deve esistere la donna che si ribella, non deve esistere la Libertà di autodeterminarsi.

E allora chi ha più potere, chi strilla di più, chi è più forte vince. La prepotenza diventa una virtù. E chi si ribella a tutto ciò un reietto, un rompiscatole, un fazioso, insomma diventa suo malgrado il nemico.

Sì, il punto di arrivo è l’odio reciproco. L’azzeramento del diritto di parola e di scelta, pena l’ingiuria e la diffamazione.

Credo si debba assolutamente fare un passo indietro. Tornare alla dialettica, quella vera.

Comprendere che siamo tutti sotto lo stesso cielo e che ognuno ha il dovere di esporre le proprie idee e di fare le proprie scelte.

Credo che dalla rissa in mezzo al traffico a quella per motivi politici, la motivazione sia questo senso di superiorità di alcuni, il loro presupporre che tutto gli è dovuto, che alcuni abbiano più diritti di altri.

Gradirei un passo indietro prima che sia troppo tardi. Auspicherei rispetto, garbo ed eleganza. E, ma forse è chiedere troppo, anche empatia.

Ci salverà un cambio di rotta. E se non saremo noi a dare il buon esempio alle nuove generazioni, la situazione non potrà che degenerare facendo del male. A tutti.

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