Pausa di riflessione

(Sottotitolo: non abbiate paura che ho già cambiato idea)

Non si può vivere la vita sempre con le “armi in pugno”, non si può lottare contro i mulini a vento e, soprattutto, non si può sempre rincorrere una meta.

A volte quella meta è troppo lontana o troppo ambiziosa, a volte sbagliata: bisogna ammetterlo senza pregiudizi.

Non fa bene passare l’esistenza col fiatone e, spesso, non serve.

E non servi tu.

Nel corso della vita giunge sempre un momento in cui si arriva a comprendere le priorità.

Ed al primo posto c’è quel pizzico di egoismo che ci porti al benessere, a degli spazi sereni che non rovinino il quotidiano e gli affetti.

Tanto nulla cambia o almeno forse non sei tu in grado di attuare qualcosa di nuovo.

Non è una resa e non è rassegnazione, ma presa d’atto.

Non è disinteresse bensì istinto di sopravvivenza.

Sopravvivere. Vivere. Camminare senza cercare per forza di saltare gli ostacoli e scegliere invece il percorso più facile.

Respirare, finalmente, rilassarsi. E lasciare che il mondo intorno vada avanti senza di te accorgendoti che va avanti lo stesso.

Una sensazione nuova: non impicciarsi, non accalorarsi, essere distaccati e lasciare agli altri parole forti.

Evitare così gli altrui  risentimenti, le offese, le prese in giro senza doversi mettere in difesa.

Stare un po’ in panchina. Anzi, meglio, nel salotto di casa guardando la TV o fuori dalla finestra.

Che si sbranassero gli altri!

Finalmente la saggezza prevale sul falso mito dell’impegno. Ma quale impegno? Tanto tutto e tutti rimangono quelli che sono.

Serenamente comprendere di poter lasciare il posto ad altri o magari rendersi consapevoli che un posto non ce l’hai avuto mai. Inventarsi un ruolo e recitarlo non serve a nulla se ti immedesimi troppo.

Per non cedere alla noia, per testardaggine, per emotività si cerca di incidere nell’ambiente circostante…

Poi, improvvisamente la comprensione di perdere solo tempo togliendolo alle persone ed alle cose che davvero lo meritano.

E allora un bel respiro lungo e ti siedi.

Lasci agli altri le prese di posizione, i logoramenti, quei sogni e progetti che ormai, nel tempo, sembrano astrusi programmi inattuabili.

Pausa di riflessione. Pausa. Troppo faticoso avere un’opinione quasi su tutto spesso in disaccordo coi più.

Pausa: una bella parola. Niente avversari, nessun nemico e nessuna bega.

D’altra parte, ma chi ce lo fa fare?

Ci sono impegni diversi che danno maggior soddisfazione. Senza gastrite o colite; senza agitazione o ansia.

Agli altri le inutili preoccupazioni: la meta è la tranquillità.

Stop. Pausa. E’ giunta l’ora.

Con un po’ di rammarico per gli obiettivi non raggiunti; con tanta delusione per i propri limiti; con la liberazione di poter finalmente vivere la propria vita.

Forse è tutto qui il senso: vivere con serenità quello che ci è dato.

Agli altri le battaglie.

Pausa di riflessione, dunque, da questo mondo dove certamente nessuno è indispensabile.

(Quante belle e sagge  parole, ma non ce la farò)

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