La saggezza e la forza di saper unire intorno ad un medesimo progetto

Negli ultimi giorni abbiamo assistito al ritorno prepotente dei grandi temi di Sinistra nel dibattito politico nazionale ed anche ad una serie di iniziative per “mettere in rete” persone interessate a discutere su tali problematiche ed a rendere plausibile una piattaforma comune sulla quale camminare insieme.
Ci sono state altresì incomprensioni, prese di distanze ed anche provocazioni tra personaggi che provengono da una storia simile.
In generale, sono sempre stata perplessa riguardo i piccoli partiti e movimenti per l’incapacità di lasciare la propria impronta nelle decisioni e riforme politiche. Infatti, se da una parte sono convinta che sia la qualità a dover avere la supremazia nell’esistenza, è altrettanto fuor di dubbio che per essere incisivi occorre fare massa critica ed avere i numeri. Occorre il consenso, insomma.
Difficile per me fare discorsi troppo pragmatici, ma la Democrazia si basa sul voto ed alle urne bisogna contare per poter poi “imporre” il proprio programma.
Ho aderito ad un Movimento staccandomi da un grande partito non ritrovandomi su varie posizioni prese né nel merito né nel metodo: la scelta di principio è stata fatta con la ragione e con il cuore.
Qualcuno comincia a fare appelli all’unità della Sinistra rimandati al mittente da altri che si richiamano ai trascorsi di questo e quello: critiche verso scelte passate, perplessità sui personaggi e così via.
Tutto può essere legittimo, ma per vincere bisogna unirsi ed unirsi tra persone che onestamente portino avanti un progetto condiviso. Da e di Sinistra.
Non ragionare su tali punti e questioni ci condannerebbe all’oblio. E, più grave ancora, condannerebbe all’oblio le nostre idee che non vedremmo mai tramutate in realtà.
Attenzione: non si deve scendere a compromessi o perdere di identità, anzi. La sintesi va fatta su ciò che ci sta a cuore e per il quale si è usciti dal PD: lotta alle diseguaglianze sociali ed all’evasione fiscale; incentivi alle PMI e quindi all’occupazione; fondi per l’innovazione e la ricerca; aiuti ai redditi più bassi; assistenza sanitaria garantita mediante programmi di ottimizzazione delle risorse; dignità al mondo della scuola e della formazione ed altro ancora.
Un’obiezione: potrebbe essere un discorso prematuro visto che più parti si stanno riorganizzando. Giusto.
Però le strategie si fanno sul lungo periodo ed anche trovare leali compagni di viaggio non è semplice.
Non credo alla militanza politica come testimonianza, ma a pensieri che divengono azione. Altrimenti non si è “movimento” ma il suo contrario. Altrimenti si rischia la speculazione filosofica fine a se stessa che compiace alcuni ma che non risolve i problemi del Paese reale.
E’ chiaro che prima di agire bisogna pensare, porre paletti ed essere dirimenti.
E’ palese che ci debba essere chiarezza interna per poter mettere poi i puntini sulle i.
Fuor di dubbio che non si debba cedere a tentazioni esterne snaturandosi.
Però un progetto unitario a sinistra, prima o poi, dovrà nascere per non ripetere errori del passato e per non regalare ad altri la guida dell’Italia.
Per natura non sono molto flessibile e per nulla incline alla fiducia nel prossimo.
Però, in questo momento, l’unica via per crescere è non rimanere statici e non isolarsi.
L’autocompiacimento è una fase umana. Poi c’è la realtà: una realtà fatta di sfaccettature variegate che in alcuni casi sono però vicine e vanno “sfruttate”.
Non si tratta, come ha fatto e vuol far Renzi, di sommare le pere con le mele ma di ragionare a Sinistra su punti progettuali comuni. Si tratta di mettere insieme ciò che insieme può stare, al di là dei limiti di ciascuno.
Se ricominciamo con gli splendidi isolamenti non si batteranno gli avversari e non si arriverà mai in futuro a fondare un nuovo partito, quel partito che soprattutto grazie al renzismo ha fallito.
Quindi con calma ci si organizzi, sapendo, però, che bisogna dialogare con forze politiche affini senza pregiudiziali e tentare di unire gli sforzi per un fine molto nobile:il tentativo di risolvere le questioni che più interessano i cittadini che poco si appassionano alle diatribe del mondo politico.
Riaprire un dibattito è basilare: mettere sul tavolo il nostro progetto e vedere chi è disposto a lavorare insieme.
Con calma anche questo è un obiettivo. Per mettere la parola fine ad un modo di intendere il centro-sinistra che ha portato Renzi a spaccare il PD. Per porre fine ad un’interpretazione della politica che cerca alleati soltanto per i numeri senza badare a contenuti ed appartenenze.
Mentre invece è assolutamente prioritario l’idem sentire e la volontà di riproporre temi importanti per gli italiani: l’uguaglianza, la dignità, il diritto alla salute ed al lavoro. Temi da democratici e progressisti, i nostri temi.

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