In ogni caso ti tirano le pietre

Imparare a ragionare, informarsi seriamente e non dialogare per luoghi comuni è un arduo percorso, purtroppo da pochi intrapreso nel passato e nel presente quasi nessuno è intenzionato a mettersi in discussione.

Ci sono svariate tipologie di persone: quelle per cui ogni proposta è sbagliata, quelle che si appassionano a soluzioni populiste senza alcun fondamento logico e quelle che sanno tutto in ogni ambito dello scibile umano.

Molte di queste e tante altre hanno una caratteristica preoccupante: non ci mettono mai la faccia, se non in ambienti protetti dove hanno i loro supporter e, diciamo, giocano in casa.

Si accaniscono, offendono e mettono in moto la macchina del fango.

Chi in malafede, chi  per superficialità, non pochi per invidie piccole e meschine.

Ciò accade non soltanto in politica, ma anche e soprattutto nelle situazioni difficili da affrontare nella quotidianità dell’esistenza.

Il basso livello culturale e la mancanza di rispetto sono due aspetti dannosi nell’affrontare qualsiasi discussione: quando l’ignoranza regna sovrana, uno slogan o, semplicemente, l’uso di retorica spicciola fanno più presa di argomentazioni ponderate e studiate.

E chi è preparato e si mette in prima linea, spesso, passa dalla parte del torto perché non viene compreso nelle sfumature e nel percorso logico di un ragionamento.

Per qualunque frase e qualunque azione ti tirano le pietre.

Chi vuole accaparrarsi la ragione ed in tal modo vincere facile, parla alla “pancia” delle persone, buttando là proposte e commenti infondati ma che mirano alle correnti emozionali del momento e quindi fanno presa rapidamente.

La lungimiranza, gli aspetti tecnici ed il realismo vengono interpretati come  scuse di inetti o di indolenti portati all’inazione da chissà quali oscuri motivi.

Allora si schierano i complottisti, gli scienziati dell’ultima ora, i buonisti a tutti i costi, i genitori premurosi contro quelli accusati di menefreghismo, ecc. Diventano tutti bravi quelli del “se ci fossi io” che però quando c’è da starci si nascondono.

Accade sovente nell’impegno sociale e politico.

Lo notiamo nei dibattiti sui grandi temi economici o costituzionali, ma anche in situazioni complesse come, ad esempio, il terremoto, argomento che tiene banco in questi mesi.

Tutti con le soluzioni in tasca, senza un minimo di dubbio, senza comprendere che non tutto è fattibile, che gli allarmismi peggiorano la situazione emotiva ed immobilizzano i decisori politici, presi tra l’incudine ed il martello.

E poi strumentalizzazioni, invenzioni pseudo logistiche e pseudo scientifiche cominciano ad aggirarsi sui social e si ingigantiscono…

Fino a ieri tutta questa gente tanto specializzata in politica, in economia, in geologia, in analisi del rischio, in logistica integrata, in ingegneria civile, in meteorologia, in diritto costituzionale dove era?

Perché poi quando c’è da perderci tempo ed impegnarsi seriamente si è sempre in pochi e tutti questi geni magicamente scompaiono?

Facile la risposta: sono esperti in lapidazione. Sono quelli che, comunque, ti tirano le pietre. E peggio: te le tirano alle spalle.

Ti vogliono far male e ti vogliono anche sporcare. Ed allora attivano la macchina del fango: con la calunnia e l’offesa personale, cercando di farti passare per quel che non sei.

Per fortuna, e malgrado tutto, esistono ancora avversari ed interlocutori leali, gente di buona volontà che sa confrontarsi aspramente senza offendere, anzi con rispetto ed eleganza.

Ed è aria pura e fresca.

Per il resto basta lo scudo della propria intelligenza e la limpidezza del proprio agire: pietre e fango non scalfiranno e non sporcheranno le persone per bene.

Gli altri lasciamoli lanciare sassi e nascondere la mano. Tanto sanno fare solo quello.

E alla fine la verità li seppellirà sotto quello stesso fango in mezzo al quale si sono messi a spalare.

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