“Ce n’è da fare l’orlo al Po”

E sì, ce n’è tanto: di entusiasmo, di voglia di ricominciare e ripartire.
C’è la voglia di considerare i movimenti ed i partiti la casa di tutti, dove ognuno può abitare e contribuire secondo le proprie capacità e possibilità.
C’è anche tanta volontà di auto critica per non ripetere gli stessi errori. E questa voglia dovrebbe essere patrimonio di tutta la Sinistra, riconoscendo anche quali sono i veri avversari.
Il nuovo movimento dei cosiddetti fuoriusciti ogni giorno ha nuove adesioni, anche molto numerose ed in città importanti.
Nei piccoli centri, con più fatica, sta accadendo lo stesso.
Ci sono problemi pratici ed organizzativi, certamente, ma l’entusiasmo è per la politica come il sole e l’acqua per le piante.
Vedo tanti parlamentari spendersi nei loro territori, e non solo, per far conoscere il nuovo progetto, per ascoltare le esigenze dei cittadini e soprattutto di chi si era allontanato dall’attività politica.
Vedo anche i tanti nodi irrisolti ma che, spero, il tempo scioglierà.
Naturale che non si possa organizzare a livello nazionale una nuova formazione dall’oggi al domani.
Anche perché c’è chi ancora sta meditando la propria scelta con sobria responsabilità e con ragionevole incertezza.
Chi non ha avuto dubbi probabilmente ha sofferto non meno di chi si pone mille domande.
Ritengo che non bisogna accontentarsi: quando si è tentato il tutto per tutto, è giusto chiudere una parentesi ed aprirne un’altra senza nostalgiche illusioni.
E se venisse eletto Orlando? Lascio questo interrogativo a chi è rimasto nel PD sperando che una sua vittoria possa far cambiare marcia al partito. Anche se credo sia una speranza mal riposta.
Già scritto di lasciare l’argomento primarie a chi di quel partito fa parte.
MDP deve guardare a se stesso consapevole delle difficoltà anche di comprensione di certe scelte fatte quando in suoi esponenti di spicco erano nel PD.
Dimenticando però le battutine di scherno con superiorità. Al Lingotto non c’erano argomenti e si è cercato di aggredire verbalmente e screditare chi ha fatto scelte diverse.
Tutto questo va buttato dietro le spalle.
Gli avversari sono anche e soprattutto altri: non si faccia a Sinistra una gara a chi è più duro e puro. Sarebbe controproducente.
Sul caso Lotti i nostri parlamentari non sono stati teneri, anzi, ma si discuteva di opportunità politica perché l’iter giudiziario è appena iniziato e per questo bisogna essere garantisti.
L’appoggio al Governo? Sempre detto che ci sarebbe stato per terminare la legislatura (oramai agli sgoccioli) e fare un nuova legge elettorale.
Le richieste sui vouchers, approvati per alcune situazioni particolari e di cui si sta invece abusando, sono da tempo oggetto dell’attività di molti nostri esponenti, da Bersani a Speranza e con grande determinazione da Epifani.
Credo che il miglior servizio da fare alla politica sia dare alternative a ciò che si è visto e fatto negli ultimi anni, sia come organizzazione interna che come messaggio esterno.
L’unica via è risolvere i temi cari alla gente comune, almeno tentare.
Miracoli non se ne fanno.
L’unica via è cercare punti di aggregazione per coinvolgere quanti abbiamo perduto per strada e spiegare con chiarezza nel merito e nel metodo. Senza promesse ma con realismo.
Agli insulti dei soliti provocatori rispondiamo con l’attivismo; i dubbi comprensibili delle persone a noi vicine risolviamoli con lo scambio di idee e con l’inclusione.
Questo è quanto ragionevolmente è nelle nostre possibilità.
Le polemiche strumentali ed il rancore lasciamoli a chi non ha argomenti perché alimentare la confusione non gioverebbe ad alcuno.
Probabilmente le mie riflessioni possono sembrare banali, magari lo sono. In questo momento preferisco la chiarezza nel comunicare alle grandi speculazioni filosofiche. La semplicità è più immediata ed arriva a tutti.
Si chiama inclusione. Ed è anche per questo che chiedo spesso a gran voce di non abbandonare le piccole realtà territoriali, quelle più in affanno, per tentare di coinvolgere laddove, spesso, ci si sente soli.
Molto lungo è il cammino ma tanti quelli che vogliono percorrerlo. Ogni giorno il fiume si allarga e si mettono in cantiere nuove attività.
Ce n’è da fare l’orlo al Po, appunto.

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