Liberi dall’omologazione

Noto con grande tristezza che il mondo si divide sempre più in  due tipologie di persone: gli entusiasti con gli occhi foderati di prosciutto ed i disfattisti, quelli che “mai una gioia”.

I primi sempre pronti a correre dietro anche alle minime banalità privi di senso critico e ad accodarsi al pensiero debole; i secondi senza mai uno slancio o una proposta.

In mezzo, per fortuna, ancora gente che ha voglia di mettersi in discussione e di confrontarsi: sempre meno, però.

Ritornando alle due macro categorie si può ben dire che alcuni chiudano gli occhi di fronte a ciò che non va per superficialità o per servilismo verso il potente di turno o per assoluta mancanza di capacità di analisi obiettiva; i secondi celano le proprie frustrazioni nel continuo uso del fango verso gli altri, quei pochi che agiscono e che pensano che impegnarsi sia l’unica via per tentare un cambiamento.

Tra questi vengono spesso stigmatizzati coloro che non cedono al pensiero dominante e rifiutano una società che ci impone bisogni irreali per uniformarci verso il basso. Troppo pochi, infatti, si pongono  il problema del perché si tenta questa esemplificazione ed omologazione.

In realtà la risposta è semplice: drogati da futilità e superficiali occupazioni non ci si accorge delle enormi ingiustizie e terribili nefandezze che accadono nel mondo. Diciamolo: anche la partecipazione presunta a tragedie mondiali sembra più un vezzo da social che una vera emozione.

E così passano le scelte di politiche farneticanti, vengono scambiati per modelli personaggi senza spessore e si continua a perpetrare il dominio del mercato, della finanza e, quindi, di interessi economici che portano a guerre ed a sterminii, prima di tutto delle coscienze.

Molto dipende anche dai servi del potere: i mass media. Se tutto ruota intorno ad un’economia viziata anche l’informazione si svilisce e si (s)vende.

Se le televisioni si reggono sulle pubblicità appare arduo, poi, alzare la testa contro chi ci inculca nelle mente di aver bisogno necessariamente di oggetti di cui si può fare benissimo a meno.

Scaffali pieni di ogni tipologia di prodotti di bellezza (in realtà tutti uguali); tipologie di elettrodomestici sempre più complessi che complicano la vita invece di risolvere problemi… insomma, tutti spinti a possedere, a comprare, ad accumulare, ad apparire. E poi?

E poi il nulla: si legge sempre meno, sui social non si distingue una “bufala” da una notizia seria, si scrive “je suis” perché politicamente corretto, si studia medicina su siti assolutamente lontani dalla scienza ufficiale e tutto diventa un quadretto tipo “se ami i tuoi figli condividi”. Beh, no, dai, io li odio i miei figli come faccio?

Poi c’è la nicchia di quelli impegnati che vengono etichettati come pesanti ed i criticoni che stanno sempre a far le pulci pure sul programma televisivo, magari di evasione, che ti vedi per toglierti mille pensieri negativi dalla testa. Perché, si sa, poi a parole son tutti intellettuali: guardano solo Alberto Angela e Report!

Insomma, un’umanità variegata appiattita sul nulla con velleità di approfondimento che sbanda sui grandi temi. Un’umanità fintamente informata che poi vorrebbe curarsi il cancro col bicarbonato, perché, si sa, le case farmaceutiche iniettano virus, batteri e nascondono la verità per far soldi.

Internet è un magnifico strumento, ma bisogna saperlo usare. Invece sembra che molti siano come automobilisti senza patente.

Sono partita da lontano per arrivare ad un concetto semplice: qualsiasi scelta si faccia, va fatta informandosi seriamente e studiando.

Nessuna rivoluzione sociale potrà mai essere posta in atto senza cultura ed apertura mentale. Altrimenti chi è un po’ più scaltro o cialtrone continuerà a influenzare menti acritiche per i propri interessi, di potere e quindi finanziari.

E da qui riparte il giro.

Quindi togliamoci i paraocchi e smettiamo di criticare a priori: la libertà di scegliere e di proporre passa per una seria (in)formazione.

In nessun altro modo potrà cambiare il mondo se non con coscienza e conoscenza; umanità e ragionamento; empatia ed intelligenza.

Tutto il resto, quello che ci viene imposto e di cui sembra non possiamo fare a meno, è il nulla.

Anzi, è l’annullamento di secoli di progresso scientifico ed intellettuale che sta portando ad un imbarbarimento delle menti e delle anime. Riprendiamoci l’essenziale. Torniamo ad esso.

Sarà allora che ci saranno varietà di persone in grado di incidere con sfumature diverse nella società e di aprire gli occhi sul mondo decidendo della propria vita e ribellandosi alla prigione del conformismo.

E’ faticoso ed impegnativo, ma i risultati sarebbero grandiosi. Per tutti noi.

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