Social: croce e delizia

Mi piace. Sì, lo confesso, mi piace stare sui social.

Sono una finestra aperta sul mondo. Leggi tra le righe e capisci le persone: ne rivaluti alcune, altre ti deludono.

Le notizie le trovi in tempo reale.

La piazza virtuale ha sostituito, o almeno, integra quella vera e propria.

Sono un centro di aggregazione come tanti, di discussione e di confronto.

Ma ci sono delle regole e non mi riferisco agli standard ufficiali.

La prima e più importante cosa da fare è controllare le informazioni: Piero Angela è morto 20 volte in due anni…il bicarbonato cura il cancro…Veronesi riconosce il metodo Di Bella….Ecco alcune delle Bufale più in voga.

Personalmente non tollero le castronerie  sulla medicina ufficiale o sulla scienza perché, oltre che false, possono essere pericolose.

Inoltre, non sopporto le foto ritoccate per mettere in cattiva luce i politici. Un avversario si combatte con le idee, non con le bugie.

Non è vero che Renzi giocava con il cellulare durante i funerali delle vittime del sisma; non è vero che La Boldrini ha ballato mezza nuda; non è vero che durante il giuramento dei Ministri alla Boschi usciva il perizoma dai calzoni.

Insomma: i social sono stupendi, come lo è la rete a patto che vengano maneggiati con cura.

Inoltre, soprattutto lo consiglio al genere femminile, state attenti alle foto ed ai filmati che fate.

Oggi pensi di poterti fidare di qualcuno che domani ti tradirà. I momenti intimi lasciamoli tali.

Avrei tante raccomandazioni da fare o consigli, su tutto: impariamo a scremare. Impariamo a non attaccare chi non la pensa come noi con offese personali, paroloni pesanti e quant’altro. Non serve.

Se possibile evitiamo i giochini e le catene di Sant’Antonio per sensibilizzare le persone alla lotta contro i tumori:meglio postare o twittare le linee guida dell’OMS…

Un ultimo consiglio: da genitore credo sia meglio non pubblicare le foto dei figli o dei minori in genere e anche di chi non è sui social (a meno che non si venga autorizzati).

Per il resto, sta alla sensibilità di ognuno e non mi permetto di giudicare.

Ciò che preme è la sicurezza ed il rispetto reciproco.

La rete non è il male assoluto, dipende soltanto dall’uso (e abuso) che se ne fa.

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