La Sinistra unita non è una somma algebrica

La Sinistra unita, il centro sinistra unito, chi sarà il federatore… roba da far girare la testa.

Ritengo che prima di mettere insieme donne e uomini bisogna lavorare sui concetti, sulle idee e, se possibile, almeno nello stesso “schieramento” mettersi d’accordo.

La metodologia, l’organizzazione e la linearità sono importanti e prioritarie rispetto a qualsiasi casa comune.

Noto che, alcuni, si stanno perdendo: nella rincorsa grillina dandosi un’aria da contestatori a tutto campo; altri continuando ad attaccare il PD, sempre e comunque, senza vedere la “mucca nel corridoio”; molti accalorandosi sui nomi in una continua e stucchevole polemica.

Ma perché?

Non vedo traccia di proposte organiche, non mi pare che ci sia chiarezza su come procedere nel percorso iniziato a Milano con Fondamenta: ognuno si barcamena in iniziative singole e in dichiarazioni solitarie ed avventurose…

Personaggi balzati all’onore delle cronache che vorrebbero rappresentare varie anime, anime vaganti che non sanno ancora nulla del loro destino; politici di altre generazioni che non avendo preso ancora posizione vogliono fare i leader senza che la base ne riconosca il carisma; territorii allo sbando…

Per piacere: calma e gesso. Noi siamo Articolo Uno, non i 5 stelle: non scegliamo sul web ed a parer mio non sceglieremo neppure in piazza il 1° luglio. C’è richiesta di dibattito dalla base ai vertici, non al contrario come al solito, altrimenti non sarà cambiato nulla.

Troppa carne al fuoco, troppa confusione e pochi luoghi dove confrontarsi.

Innanzitutto fare una scaletta sugli argomenti prioritari da trattare in modo organico; poi coprire tutti i territori, anche i piccoli, invece di avere la presenza dei referenti nazionali nei soliti luoghi magari in massa mentre in altre città non va mai nessuno ed infine scegliere chi possa essere portavoce di tutto ciò.

La sinistra unita sì, ma con giudizio, con raziocinio non tramite una guerra tra chi sa delegittimare questa o quella personalità politica o appoggiarne alcune che non hanno rappresentatività.

Questo è un male. Un male che potrebbe costare caro a tutti.

Ancora divisi da vecchie recriminazioni, da vecchi rancori e da analisi errate. Su tali basi non si costruirà una Sinistra unita ma una somma disgiunta di partiti e leader: parafrasando Bergson, sarà una collana di perle e non un gomitolo. Le perle infilate nello stesso filo rimarranno però separate e qualcuna si perderà scivolandone via.

Lavorare per un vero movimento significa: 1) essere organizzati; 2) avere un programma ben delineato che coinvolga la base. Tutta.

Inoltre bisogna essere includenti non soltanto con i personaggi in cerca d’autore, ma con tutti coloro che contribuiscono a vario titolo per uno stesso fine.

Domande: il fine è lo stesso? Gli strumenti ed i mezzi sono condivisi?

Il punto è che non si cerca solo una somma algebrica per superare lo sbarramento, cosa buona e giusta, ma qualcosa di più: tanti “io” che diventano “noi”.

Se non c’è questo, se ognuno segue le proprie convinzioni, se non si porge l’orecchio verso le zone disagiate, è tutto inutile.

Ed è davvero stucchevole leggere costantemente di federatori e delle polemiche che i vari nomi portano con sé. Non ripiombiamo nei personalismi, per carità!

La Sinistra non deve essere unita ma coesa; non deve essere un’armata brancaleone per superare la soglia di sbarramento, o almeno non solo.

La Sinistra deve tornare ad ascoltare i propri elettori, non parlarsi addosso. Deve ridare fiducia a chi l’ha persa. Il resto appassiona poco. Anzi allontana.

Ricominciamo dalle Fondamenta, perché mi sembra che il resto si stia costruendo con troppa lentezza e ne pagheremo la penale… E questa sì sarebbe una sconfitta, stavolta definitiva.

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *