Assemblea nazionale di Articolo Uno: una breve sintesi.

In molti ci siamo ritrovati a Roma ieri: tantissime persone con una grande voglia di fare.

Interventi di personaggi noti e meno noti che hanno appassionato il pubblico e che, tra di loro, avevano un aspetto di coerenza ed un unico filo conduttore.

Sgombriamo il campo dagli equivoci, innanzitutto: nessuno ha riproposto alleanze con forze politiche che non segnino una discontinuità con quanto fatto finora dal Governo. Su questo i deputati e senatori hanno anche, in modo onesto e corretto, fatto autocritica senza ipocrisia, sempre ricordando però che la lealtà al partito li ha condotti a votare provvedimenti “a suon di fiducia”, fino a quando il vaso è traboccato!

Si è ribadito che il problema non è Renzi – persona ma il suo modo si svolgere le funzioni di segretario e l’impossibilità di un vero dibattito nelle sedi ad esse deputato, in quanto il PD non era più luogo di confronto, arrivando a silenziare chiunque non volesse ratificare decisioni già prese con l’arroganza dell’uomo solo al comando.

Fatta questa premessa, merita, invece, più attenzione il documento presentato in Assemblea: un documento che elenca una serie di questioni, tracciando punti di criticità ed alcune soluzioni generali. Tali proposte andranno senz’altro allargate ed approfondite. Importante per me (vista la mia professione) un accenno alla ricerca pubblica e all’innovazione: questi temi sicuramente dovranno trovare maggior centralità nelle proposte di MDP. Fondamentale è che ciascuno si senta protagonista e chiamato ad integrare e fornire input ai nostri rappresentanti affinché ci sia uno slancio che parta dalla base.

In breve i punti evidenziati: lavoro, sanità, scuola e università pubblica, ricerca ed innovazione, progressività fiscale, lotta alle disuguaglianze con grande attenzione alle categorie più disagiate, tra questi i giovani che affrontano la grave piaga della disoccupazione e dello sfruttamento nel mondo del lavoro.

Poche, ma semplici e chiare, le proposte: innanzitutto reintrodurre l’articolo 18, soprattutto per ridare dignità ai lavoratori. Rimettere in discussione la “buona scuola” e porre maggiore attenzione alle problematiche delle università e della ricerca pubblica, non tralasciando i temi dell’innovazione e degli investimenti. Importantissima la questione sanità e la rinuncia di milioni di persone alle cure per gli alti costi e, aggiungo io, per le interminabili liste d’attesa che portano chi ha danari a prenotare visite private e chi non ne ha a lasciar trascorrere tempo o a rinunciare.

Citate anche le battaglie per i diritti civili e sociali: su tutte lo ius soli.

Scritto ciò, sgombriamo il campo da gossip vari: nessun accordo se non intorno ad un programma condiviso, nessuna ammucchiata per prender voti…

Dopo la parentesi Pisapia, che, a mio avviso, ci ha solo fatto perdere mesi preziosi, si va avanti verso alleanze su idee condivise con partiti, movimenti, associazioni, ecc.

D’altra parte, molto si era già discusso nei tre giorni di Fondamenta a Milano: quanto già approfondito in quella sede e ieri a Roma deve assolutamente essere portato avanti ed integrato dal confronto sui territori e con l’orecchio attento agli umori ed esigenze delle base. Soprattutto l’attenzione massima va posta verso coloro che non hanno più fiducia nella politica, nella sinistra e che rischiano di dare un voto di protesta a chi urla alla pancia di chi vive situazioni anche drammatiche fomentando una lotta fra poveri.

Questo è il nocciolo: intercettare il malcontento facendosi promotori di progetti ragionevoli, lontani da false promesse, ma che tendano a far sì che il Paese ritrovi unità e che vi sia solidarietà non solo tra gli italiani stessi, ma anche verso coloro che accogliamo da terre lontane.

Il percorso, ora, deve proseguire senza tentennamenti coinvolgendo tutti i territori, in particolare quelli in crisi, e tutte le categorie; riattivando una rete strutturata che sia capace di trovare luoghi dove confrontarsi e dialogare.

Inoltre credo sia utilissima la divulgazione attraverso i social ed il web, però è assolutamente prioritario ed opportuno tornare tra la gente ad ascoltare ed a far conoscere le nostre posizioni.

La coerenza e la chiarezza, unite al lavoro ed all’entusiasmo portano sempre a grandi traguardi.

Ce la possiamo fare.

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Comments

  1. Antonino Trovato says:

    E’ doveroso fare autocritica , ma coloro che vogliono costruire , debbono ritornare a fare politica nei quartieri popolari , senza tralasciare di parlare con chiarezza e coerenza ! La base , iscritta o no , deve contribuire a parlare con tutte e tutti coloro che conoscono , che abitano nei condomini . Bisogna avere attenzione e pazienza a parlare con i pensionati , senza dare niente per scontato ! La campagna elettorale sarà dura e pesante , perchè la stampa e le varie TV pubbliche e private martelleranno , come accaduto in Sicilia , per un voto utile ! La nostra capacità deve dimostrare l’importanza del programma , che deve affrontare i mali del paese , basandosi sue principi fondamentali : MORALITA’ e LAVORO !!!

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